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Shoujo o Shounen?

Qual è la differenza tra shoujo e shounen? Credo che questa sia una delle domande più frequenti di tutti i visitatori "neofiti", che si sono da poco avvicinati al mondo del manga. Il termine Shoujo significa letteralmente "Ragazza" ed indica un tipo di fumetto nato per un pubblico prettamente femminile. Possiamo cosi ridurre il termine Shounen al suo opposto, il genere di fumetti per ragazzi. In Giappone è infatti importante sapere, che il fumetto è fortemente "Targettizzato", ovvero diviso per età, ceto sociale e sesso. Negli anni 40 gli "shojo manga" erano realizzati per lo più da uomini; basti pensare a quello che è considerato il primo manga del genere, "Ammitsu-Hime", di Suhiho Tagawa: il tratto è caratterizzato da grandi occhioni, grande quantità di fiori,  ragazzi belli e sensibili (molto stereotipati) seppur in un contesto comico. Ma il vero e proprio "shojo moderno" fu realizzato da Osamu Tezuka, e si tratta di "Ribon no kishi" noto in Italia col nome "La principessa Zaffiro". La storia era quella di una principessa, cresciuta come un ragazzo per poter in futuro governare meglio il regno. In seguito, negli anni 70, ci fu invece un vero e proprio avvento del gentil sesso, che da subito si impose nel panorama artistico giapponese, monopolizzando il genere. Tra gli artisti che hanno segnato (e contribuiscono tutt'ora ad introdurre nuove tematiche) il genere ricordiamo il "Gruppo 24", un gruppo di mangaka conosciuto con questo pseudonimo poichè tutte erano nate nell'anno 24 della Showa, ovvero nel 1949: Moto Hagio, Ryoko Ikeda, Yumiko Oshima e Keiko Takemiya. Inutile dire che ci fu una vera e propria rivoluzione. Lo stile diventò molto più espressivo, i personaggi meno stereotipati e più complessi, gli intrecci sentimentali più elaborati e gli elementi decorativi (fiori e luci), rimasti sino ad allora senza un particolare significato, cambiarono divenendo una vera e propria manifestazione di emozioni. Anche la disposizione delle tavole mutò, passò verso un modello più disordinato e favorevole a trasmettere determinati stati d'animo al lettore. I manga Shounen erano invece incentrati sul combattimento, al limite dello "splatter" e tralasciavano la storia, a favore di vignette dinamiche e cruente. Anche qui tuttavia ci fu un notevole cambiamento, col passaggio a vicende studiate e meno intuitive, disegni più curati e personaggi non più mossi dal solo istinto, ma eleganti e raffinati in alcune opere. Negli anni nostri il confine tra queste due tipologie "Manga per ragazze" e "Manga per ragazzi" sta diventando sempre più labile, sia per la promiscuità dei lettori (interessati ad entrambi i generi) sia per le tematiche trattate, che ne rendono difficile la distinzione. Non sempre infatti un fumetto può essere definito shoujo solo in base al disegno o alla storia a causa di questo fenomeno. Per capire la tipologia dell'opera bisogna infatti soffermarsi sulla rivista nella quale viene pubblicata: se si tratta di una rivista con target femminile allora si tratterà di uno shoujo, altrimenti si parlerà di shounen.

Italia e Giappone, Pregiudizi e Non

Credo sia importante parlare un poco delle differenze tra il panorama italiano e quello giapponese. Mentre in Italia il fumetto viene considerato come un prodotto dedicato ai bambini, in Giappone esso è strettamente legato alla cultura. Tutti leggono manga, dalle casalinghe ai bambini, dagli uomini alle liceali. I primi fumetti che arrivarono qui da noi erano quasi unicamente shounen (Ken il guerriero in primis) e gli shoujo occupavano una piccola fetta. Nei primi anni del 2000 c'è stato invece un notevole cambiamento, che ha portato ad una ritrovata vivacità del mercato, che consta ora di prodotti shounen e shoujo innovativi e meno stereotipati. Per quanto riguarda la pubblicazione, è fondamentale sapere che nel sol levante i manga sono serializzati con cadenza settimanale/mensile su delle riviste (enormi, di circa 500 pagine) per poi godere di un'accurata edizione monovolume (tankobon). In Italia invece i manga hanno quasi tutti cadenza mensile (e raramente bimestrale) ma non su rivista (escludendo imitazioni mal riuscite come Yatta) bensì in volumetti singoli.

 

Informazioni prese da WOD